L’autunno inoltrato mi porta a pensare. Nei filari delle campagne i grappoli d’uva sono pronti per essere vendemmiati, e il grano biondeggia ormai e sembra dire di essere pronto per la mietitura.
Il gioco delle stagioni ha una sua corrispondenza nella vita di ogni uomo e di ogni donna. Il seme viene piantato, accolto nella terra, dove avvengono delle reazioni biochimiche di cui non sono un esperto. Di certo mi suscitano un senso di stupore e meraviglia. Poi germoglia, esce allo scoperto ed è a tutti gli effetti in balia degli agenti atmosferici e magari della cura dei coltivatori. Arriva un momento in cui la pianta è al suo massimo splendore, la primavera. Poi l’estate e infine l’autunno con il tempo del raccolto.
Forse ho indugiato troppo sul bucolico. Quello che voglio dire è che nella vita di ogni uomo e donna c’è il tempo per nascere, crescere, seminare e poi raccogliere.
Penso che molte persone rimangano intrappolate in una competizione sfrenata. Il rischio di diventare delle schegge impazzite è alto. Così essi non sono consapevoli di quanto bene potrebbero trarre semplicemente fermandosi a raccogliere i frutti di quello che hanno seminato. Se hanno seminato bene. Altrimenti bisogna continuare a seminare, e farlo meglio durante tutto il ciclo di vita del seme.
Spero che abbiate seminato bene, o come dicono i Green Day, che vi siate goduti la vita.