Quello che conta davvero

Sono sempre stato ossessionato dalla felicità. Come per tutti, credo, la vita mi ha fatto assaporare momenti di intensa sofferenza e altri di pura estasi.
Questo susseguirsi di emozioni forti può comportare una notevole fatica e una grossa difficoltà a trovare un equilibrio, ma dopo quasi quindici anni di montagne russe sento come di avere cominciato a capire, a conoscere me stesso e quindi proprio quelle montagne russe che per molto tempo mi hanno fatto penare, adesso sono quasi delle colline e non mi fanno più paura.
Cosa è legittimo aspettarsi? Cosa vuol dire essere felici? La felicità è forse la pace dei sensi?
Mi chiedo, assieme a Mario Venuti e Carmen Consoli, se si può davvero essere felici per una vita intera, se è davvero così insopportabile.

Le montagne russe hanno un nome ben preciso, e non mi vergogno a fare outing dicendo di soffrire di disturbo bipolare. Non è qualcosa che mi definisce come persona, è una croce che mi porto dietro da qualche tempo, e che ho imparato ad abbracciare; è stata pesante ma non mi ha condizionato a tal punto da rovinare la mia vita, anzi, forse le ha dato davvero un senso. Eppure non per tutti è così, non tutti hanno avuto l’overdose di fortuna che ho avuto io.
Come canta il Max nazionale si tratta di “casi ciclici”, come la notte insegue il giorno, così la luna si alterna al sole, in tutti i sensi.

La felicità, per come la intendo io, è molto diversa dalla pace dei sensi, dall’assenza di conflitti, dall’eterno riposo. La felicità è affrontare ogni giorno e superare se stessi, vincersi.
La felicità è andare verso gli altri, andare per le strade, inseguire la felicità degli altri per ritrovare la propria. La felicità è essere vivi, dare la vita per un Ideale.
La felicità è giocare alla reciprocità dell’Amore.
Questa è, davvero, perfetta letizia!

rifugio calvi

Ricette anticrisi

Per millenni siamo stati costretti a convivere con le crisi. Ci sono diversi tipi di crisi: le crisi di sistema, la crisi economica, la crisi militare… potrei andare avanti. Ma quello di cui oggi voglio parlare è la crisi che viviamo dentro di noi. Nessuno ne è esente! Essere veramente felici è diverso dal vivere spensierati. Per raggiungere una felicità piena dobbiamo smussare i nostri angoli, lavorare su noi stessi per tirare fuori l’Uomo e la Donna nuovi, che ad un certo punto della nostra vita emergono dalla pietra come i Prigioni di Michelangelo. Vivere e ricercare la felicità è un po’ come il lavoro di uno scultore.

La via che porta la felicità non è un’autostrada, ma un sentiero di montagna. Non è per tutti! Penso che gran parte degli uomini e delle donne di tutti i tempi abbiano vissuto la loro vita senza raggiungere la felicità. Eppure questa è forse davvero l’unica cosa che conta, forse anche più di “vincere”, per citare un libro famoso. Ci facciamo influenzare dagli altri e subiamo quello che ci dicono, rimanendo intrappolati in questa giostra senza senso, la routine, un meccanismo che non riusciamo a rompere. Non abbiamo tempo da perdere. Il consiglio che mi sento di dare a tutti è di fermarsi, spegnere il rumore del mondo attorno a sè, e decidere di voler essere felici. Non dico a tutti i costi, ma con determinazione.

Viviamo questo nuovo obiettivo come un gioco; non dobbiamo pensare che ci siano vincitori e vinti. Un vecchio saggio diceva che la via più semplice per essere felici è cercare di rendere felici gli altri. Il momento di prendere sul serio questa frase è arrivato. Proviamo a cogliere l’attimo. Penso che questo non significhi abbandonare o rinnegare la propria vita, quanto piuttosto di dare un senso profondo a quello che stiamo facendo, che altrimenti risulterebbe sconnesso e vuoto di significato.

Viviamo in uno stato di crisi “sistemica”; ma nell’etere percepisco delle vibrazioni positive. Rimaniamo vigili, per accorgerci di quella Parlata Nuova che si sente dalle radio che sono veramente libere. In ogni caso prima di abbattersi per la crisi del sistema affrontiamo la nostra crisi individuale; è questa la priorità per ognuno di noi. Poi quasi in automatico il sistema si aggiusterà da solo.

Abbiamo tutti gli strumenti che servono per affrontare le nostre crisi, e non siamo mai soli e abbandonati. Cerchiamo di approfittare in senso buono degli aiuti che ci possono giungere dagli altri e da Dio per chi crede. Serve solo un po’ di strategia e di concentrazione, perchè tutto questo non è facile. Ancora una volta ritorna il concetto di sincronicità: l’universo è regolato da questo principio, cui nessuno può sottrarsi se vuole essere davvero parte del Tutto. Allora come in una danza tutti i nostri movimenti saranno ben scanditi e armonici.

Lo scopo dell’ingegneria civica è quello di creare una mappa che funga da guida per chi si avventura lungo quel sentiero di montagna di cui parlavo prima, e di insegnare a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo a leggerla. Ci vediamo su in rifugio per bere una grappetta. La felicità è possibile. Per tutti.