Ho sempre ammirato chi sa danzare anche se purtroppo non sono portato per questa attività che può essere molto nobile. Mi affascinano tutte le forme della danza, dal folk al pop, dal classico al rock. L’unica cosa che mi riesce abbastanza sono i movimenti spontanei e disarticolati, in cui mi sfogo in privato, stimolato in genere dal rock and roll filtrato attraverso i miei gusti.
Mi viene da pensare che la danza rappresenti una bellissima modalità di espressione del corpo umano. È bene che il corpo si muova, altrimenti la salute ne risente. Penso che danzare sia un modo per non invecchiare. Non si dovrebbe mai smettere di danzare, ovvero bisognerebbe danzare senza intermissione, prendendo spunto dalla Preghiera del Cuore che mi ricorda il bellissimo libro “Racconti di un pellegrino russo”.
Prendo spunto da una canzone che è tra le mie preferite, il Signore della Danza, tradotta e tratta dal Musical “The Lord of the Dance”.
Quando ai fuochi serali dei campeggi scout si canta e si schitarra questa canzone il buonumore è assicurato. Un altro superpotere di questo pezzo è che il testo italiano è una summa del Catechismo della Chiesa Cattolica. Una volta mi sono lasciato andare e ho invitato tutti gli scout a danzare come meglio credevano, perchè questa canzone non si può solo cantare o suonare, ci si deve scatenare nel dance floor. È stata una bomba!
Infine una riflessione sul sabato. Il messaggio evangelico è chiaro: se il lavoro è un’espressione di amore – come sarebbe bello che fosse – non si può astenersi dal lavoro in nessun momento. Non c’è sabato che tenga. Non si può mai smettere di danzare; non si può mai smettere di amare.