Il Pane del Cielo è la Musica delle Sfere!

Sono appena tornato dalle ferie, e sono bello carico, pronto ad affrontare tutte le sfide che mi aspettano. Con calma, una dopo l’altra.
Diciamo che non c’è molto da ridere, sia a livello personale che locale, che nazionale, che mondiale. E ci fermiamo qua.
Amaro è constatare assieme al sommo che siamo sommersi di immondizie musicali, quindi altro che Leva obbligatoria! Qui urge una vera e propria chiamata alle armi!

C’è bisogno di una presa di coscienza a tutti i livelli, una ribellione consapevole e responsabile come direbbe il buon Eugenio.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Ma niente paura! Guardiamo avanti! Si comincerà con dei corsi obbligatori di solfeggio e setticlavio, interpretazione classica, moderna e post-contemporanea. Poi polifonia a Sbregabalon e canto corale. Si potranno candidare alla carica di Onorevoli e Senatori solo coloro che supereranno determinate prove che attesteranno delle competenze musicali minime.
Tempo è di mollare le menate e di mettersi a lottare!

Il tutto sarà molto ordinato e disciplinato, segnato sempre dal buon gusto e dalla sensibilità innata dei musicisti autenticamente ispirati.
Non voglio giudicare nessuno. Non è il mio ruolo.
Lascio ad altri l’indignazione per tante cose che stanno succedendo.
Un pensiero per concludere riguarda le Sacre Scritture, a me molto care.
Penso che non molti abbiano compreso che quel Pane del Cielo di cui parla il Vangelo possa essere interpretata come la Buona Musica.
Si tratta quindi di avviare un processo di purificazione che bonifichi l’ambiente dalle immondizie musicali. Non voglio fare il moralista ma penso che questo sia un lavoro a tempo pieno per molti.
Buon ascolto a tutti!

Come applicare De Marzi e Maiero alla vita di tutti i giorni

Una provocazione

Oggi vi voglio raccontare di un argomento un po’ borderline. Tipo uno di quelli che non si sa se classificare come baggianata pazzesca o intuizione finissima.
Sono stato provocato da una persona a me molto cara nelle scorse settimane. Mi trovavo in una di quelle giornate in cui non mi girava proprio benissimo e, come spesso faccio, mi è venuto di cercare negli altri risposte alle mie domande. Dopo aver raccontato delle mie fatiche a trovare soddisfazione nel lavoro, ad essere pienamente presente e concentrato, la persona che mi ascoltava mi disse che anche io avrei trovato il modo di fare qualcosa di veramente “bello”. Un po’ criptico… al momento non ero del tutto convinto.
Per alcuni giorni mi sono chiesto cosa ci potevo trovare di veramente bello nelle tubazioni di scarico, nei raccordi Storz e nelle stasatrici meccaniche (potrei proseguire). In un momento di ispirazione mi è venuta un’intuizione…
Mi sono accorto che forse le cante di Bepi De Marzi e Marco Maiero portano dentro di loro un messaggio che può andare oltre il pentagramma.

Regole e trascendenza

Non basterebbe un’enciclopedia per definire la musica. Nel tempo si è manifestata in forme molto diverse, dalla massima spontaneità all’estrema complessità. Penso che ognuna di queste espressioni abbia una sua dignità e che la bellezza in musica stia nell’eterno conflitto tra ordine e disordine, tra tensione e quiete. Le dissonanze non sono mai fini a sé stesse ma portano colore all’armonia, per poi venire risolte attraverso una cadenza.
C’è un parallelo tra il mondo delle note e la vita di tutti i giorni. Attraverso la musica la nostra realtà trova una via alla trascendenza. Gli attriti che viviamo con gli altri sono come le dissonanze; la padronanza della risoluzione di queste ultime può esserci d’aiuto nella risoluzione dei conflitti. Guai se non ci fossero le dissonanze! La vita, come la musica, sarebbe piatta e sciapa.
Cosa cambierebbe se cominciassimo a pensare ai gruppi in cui viviamo non più come a battaglioni di soldatini o – peggio – di reclutati in campi di lavoro, ma come un coro o un’orchestra? Anche questa è trascendenza. Chi canta in un coro o suona in una band può darvi una risposta. Un buon direttore di coro – come un buon imprenditore – deve saper gestire le proprie risorse umane per ottenere un’armonia gradevole; deve avere autorevolezza e carisma per essere riconosciuto, ed è bene che sappia anche alternare il rigore con momenti di leggerezza e tenerezza.

Intenzionalità e musica

Ogni pezzo musicale porta dentro di sé un’innata intenzionalità. C’è chi crea musica solo per fare soldi, chi per elevarsi, chi solo per divertire e divertirsi, chi per commuovere o far innamorare. Una musica insipida, che non suscita alcuni tipo di emozioni non ha senso di esistere.
Si può auspicare che anche il nostro stare insieme abbia un’intenzionalità. Dalla bontà di questa intenzione tutto dipende. Se imparassimo dalla musica la bellezza e la poesia di mettere insieme le nostre voci – in senso lato – per creare una bella armonia, forse avremmo contribuito a lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.

All we need is Love

In principio era il Verbo. All’inizio sembrava funzionare, e poi è successo un gran casino! Sì perché le parole possono adulare, possono creare, ma possono anche distruggere. Forse non ce ne accorgiamo ma le parole, se usate in modo sconsiderato possono essere delle armi di distruzione di massa. Sicuramente qualcuno se ne è accorto al posto nostro…

La Parola non basta. Serve che si sposi con il Suono. E questa unione deve essere sapientemente concepita e pensata da una mente libera e controllata dalla buona volontà. La magia di questo matrimonio porta frutto e la musica che ne scaturisce può arrivare a compiere qualsiasi miracolo venga richiesto sotto questo cielo: e lo può fare adesso!

L’origine della musica si perde nella notte dei tempi. L’ascolto di una musica che sia autentica e non finalizzata al profitto può portare piacere ma anche elevazione spirituale; personalmente penso che un buon equilibrio tra queste due finalità sia quanto mai auspicabile. Non siamo fatti per vivere sulla Luna e nemmeno rimanere incastrati nei gironi infernali dei lussuriosi del suono, ma per cantare e suonare insieme, magari attorno ad un fuoco d’estate.

Se la musica è autentica e disinteressata, va ascoltata, interiorizzata e valorizzata. Non c’è niente da buttare via in questo vero e proprio ben di Dio. A partire dai canti primitivi, fino alla dodecafonia di Schonberg, dai valzer viennesi fino alla musica house dei giorni nostri, tutto fa parte di un patrimonio inestimabile di tutta l’umanità. Personalmente mi sento affine e vicino alla tradizione del cantautorato italiano ma non disdegno il very hard soft rock dei Coldplay o il punk dei Clash. Mi piace davvero tutto! Voglio ballare le danze dei popoli maori, voglio suonare davanti al Parlamento Europeo il Concerto Italiano di Bach, ma non disdegno nemmeno di cantare una vecchia canzone scout attorno al fuoco di bivacco, o un canto alpino al riparo di un rifugio di montagna, suonare l’organo della chiesa di Aviano per accompagnare la liturgia. Voglio suonare l’arca di Noè per i bambini dell’asilo e voglio cantare un coro di qualità allo Juventus Stadium.

Viviamo da troppo tempo una sorta di separazione a comparti stagni tra le diverse tendenze musicali. Cosa aspettiamo a fondere, a sperimentare nuove tendenze, nuove sonorità? Per fortuna qualcuno lo sta già facendo! Ma c’è bisogno di un’ondata di sincretismo che finalmente abbatta i muri, che squarci il velo di Maya che ci separa da una vita veramente autentica.

A volte penso al fenomeno della musica commerciale come al mercenariato. Ma forse esagero! È un’industria come un’altra e forse non fa così male come penso, o forse no? non so. Magari anch’io un giorno guadagnerò tanti soldi producendo musica. Ma cosa ve ne fate dei soldi se non avete l’Amore? Sì, non sto scherzando. Come dice San Paolo, sì proprio lui. L’Amore fa risuonare quelle armonie che senza di esso inevitabilmente sarebbero vuote. L’Amore tiene unito l’Universo, e per esperienza personale intuisco essere quello tra un uomo e una donna, la coppia, in senso fisico, che fa girare tutto. Sì perché se manca quello non saremo mai veramente completi. Ma ci possono essere anche altre forme d’amore, che collocherei ad un livello gerarchico inferiore, che sono comunque dignitose: la “filia”, la cura per i famigliari, le attenzioni per gli animali etc. Come diceva Sant’Agostino… Ama e fai ciò che vuoi! Ma la forza dell’amore, quella cantata da Eugenio Finardi, è pari a 33 GigaNewton e non troverà una resistenza tale da annullarla.

E cosa ci azzecca questo con l’Ingegneria Civica? I buoni ingegneri hanno padronanza delle normative che vincolano i progetti. Per il progetto “Heaven Out of Hell” la normativa di riferimento è Gv 13, 34. Questo è un imperativo categorico.