Metto le mani avanti: per procedere nella lettura di questo post è richiesta una dose minima di autoironia, che purtroppo non è inclusa come materia di studio nei programmi ministeriali.
Inizio con una provocazione, per affrontare di petto l’argomento. Penso che sia importante stimolare una riflessione sul significato dell’essere ingegneri ai nostri giorni, che ad ampio spettro può essere dedicata a chi ingegnere lo è già, magari assuefatto dalla routine di applicazione di standard e algoritmi di varia natura; a chi è appena uscito a rivedere le stelle dopo anni di fatiche inenarrabili dietro i banchi dell’università e si trova alle Colonne d’Ercole della vita, più o meno pronto/a ad affrontare l’Oceano; a chi ingegnere spera di diventarlo, con un mix di sogni ed ambizione.
A volte si confonde, nel sentire comune, l’essere ingegneri con il saper fare dei calcoli, che a volte possono essere molto complessi.
Grazie al cielo viviamo in un’epoca in cui la potenza di calcolo non è più una risorsa limitata, tanto che è più facile dimensionare un reattore nucleare che far quadrare i conti di una famiglia di 4 persone.
Ma allora a cosa servono gli ingegneri? Perchè servono a qualcosa, vero?
Mi sbilancio: sì, secondo me servono! Ma serve anche un cambiamento di paradigma.
Spesso con leggerezza ci lasciamo attaccare sulla fronte l’etichetta dei problem solver seriali, come se fossimo dei computer che si possono comprare su Amazon. Ma sotto quella dura scorza di razionalità e di anaffettività c’è – o ci dovrebbe essere – un cuore che batte.
Al di là delle solite menate sulle “competenze leggere” vorrei sottolineare l’importanza che hanno le “esperienze significative” sulla formazione del curriculum vitae di un ingegnere.
Non voglio entrare troppo nel personale, ma vi posso assicurare – e parlo soprattutto per le matricole – che buttarsi a capofitto sullo studio dell’ingegneria, senza avere cura dello sviluppo integrale della propria persona, può avere effetti collaterali molto gravi.
Studiate la scienza delle costruzioni e la teoria dei segnali, ma non dimenticate di costruire e mantenere relazioni sane e belle con i vostri amici, le vostre famiglie, il o la vostra partner. Sognate, giocate, imparate ad interpretare i segni dei tempi.
E forse alla fine di questo avventuroso percorso, quasi come Pinocchio nella favola di Collodi, vi ritroverete ad essere degli ingegneri in gamba che sanno collaborare con altre figure professionali per il bene comune, ma forse ancora di più: delle persone veramente autentiche.