Prima di parlare di ingegneria civica vorrei brevemente parlare di quella che è stata la mia esperienza personale, che mi ha portato a concepire questa idea.
Non so se sia mai capitato anche a voi, ma negli ultimi anni uno dei problemi più difficili che mi sono trovato ad affrontare è stato quello di trovare le parole giuste per spiegare agli altri quale fosse il mio lavoro. La mia vita era talmente frammentata che non riuscivo a trovare un filo rosso che unisse tutte le mie molteplici attività. Da ragazzo ero arrivato ad un passo dal Diploma in Pianoforte al Conservatorio. Ero riuscito a conquistarmi l’abilitazione come Ingegnere Civile Iunior cui si aggiungeva un Master of Science in Geoinformatica conseguito in Carinzia; per l’azienda di famiglia facevo il marketer, il web content manager e a volte anche il consulente per la gestione di sistemi informativi per il monitoraggio delle fognature e l’esecuzione di prove di tenuta; nel tempo libero cantavo in un coro di alpini e facevo servizio come educatore scout. Con un gruppo di amici cercavo di incentivare la partecipazione e la cittadinanza attiva tra i giovani del mio paese.
La mia vita era sull’orlo dell’alienazione. I miei sbalzi umorali contribuivano a rendere ancora più complicata la situazione.
Ogni tanto però intravedevo uno spiraglio; mi sentivo più consapevole di quella che era la mia mission e la mia vision. Mi sembrava di essere un ariete che doveva sfondare un muro. Purtroppo alla fine le mie corna si rompevano sempre. Adesso sono di fronte a questo muro e mi sembra quasi che basti davvero un dito per buttarlo giù.
Quasi per gioco ho cominciato a presentarmi sul web come ingegnere civico, senza sapere bene all’inizio cosa intendevo con quel termine. Cercavo occasioni di formazione qua e là per migliorarmi continuamente e integrare il mio profilo con quelle competenze che pensavo potessero essere necessarie per un ingegnere civico.
Fino a che ad un tratto ho deciso di provare a mettere nero su bianco quello che intendo quando parlo di ingegneria civica, ovvero la nuova Frontiera. Mi sono accorto che c’era più bisogno di buoni cittadini che di nuove infrastrutture; e che se ci fossero stati più buoni cittadini forse sarebbe stato possibile mantenere e gestire più efficacemente le infrastrutture esistenti ed eventualmente costuirne di nuove più adeguate. Credo fermamente che il passaggio inverso non sia valido, ovvero le infrastrutture non sono in grado di generare buoni cittadini, per lo meno non sempre. Promuovere la crescita di buoni cittadini: questa deve essere la priorità per una società che vuole salvarsi dall’autodistruzione. Mi sono accorto che c’era una domanda urgente di educazione delle nuove generazioni e, domanda che per troppo tempo gli adulti hanno ignorato, forse perché c’erano cose più importanti, per loro, da sbrigare. Un’educazione che non è solo imposizione di una disciplina o di una dottrina, ma cura, accoglienza, ricerca di comprensione, offerta di un substrato fertile per la loro crescita.
Ho così pensato che le competenze che avevo collezionato nella mia vita, fino all’età di 33 anni, potevano tornare utili per un progetto che ho deciso di chiamare “HEAVEN OUT OF HELL”, prendendo spunto da una canzone di Elisa. Io mi sono fatto un’idea del progetto, ma non voglio imporre la mia idea su tutti: questo vuole essere un progetto partecipato, che ha come unico tratto comune l’intento di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato (B.P).
Per realizzare questo progetto servono degli ingegneri civici; non basta saper effettuare i calcoli strutturali che sono fondamentali per la sicurezza di un ponte; serve, come dice Papa Francesco, saper costruire più ponti tra le persone e meno muri.
Ed è questa secondo me la nuova Frontiera. Quando penso agli uomini di frontiera mi viene da pensare a Baden Powell, fondatore dello scoutismo. Adesso che abbiamo esplorato il mondo in lungo e in largo, e anche lo spazio siderale, non ci resta che esplorare il nostro mondo interiore, le nostre emozioni, i nostri sogni. Chi ha il coraggio di spingersi più in là per sognare un mondo migliore? Mettere degli ingegneri che abbiano mente creativa e cuore pulsante a gestire il progetto HEAVEN OUT OF HELL potrà portare risultati concreti in tempi non biblici.